martedì 8 ottobre 2013

E allora cancelliamo la Nazionale!

"Piano-Benitez per i nazionali", "Patto Roma-Prandelli", "Juventus arrabbiata col CT".

Titoli, titoloni e titoletti di giornata. Tristi, molto tristi. A dodici, tredici giorni dalla partita di campionato, Roma-Napoli o Fiorentina-Juventus, ecco già i primi esercizi di alibi da parte delle società e degli allenatori, colpevolmente amplificati dai soliti giornalisti col gusto sadico della polemica.

Come se l'eventuale colpa della sconfitta o della prestazione carente di questo o quel calciatore, da qui a ics giorni, fosse già da recapitare in paccocelere alle Federazioni e ai Ct di tutto il mondo, colpevoli di aver utilizzato i migliori calciatori per qualificarsi alla Coppa del Mondo. Veramente dei monelli, a pensarci. Ok per l'Italia, già qualificata. Ci sta, in fondo, di sperare che le due gare contro Danimarca e Armenia non siano troppo dispendiose dal punto di vista fisico per i convocati, data anche la sostanziale inutilità delle contese.

Il problema è che questi tipi di atteggiamenti, richieste e comportamenti sono una malinconica consuetudine quando si tratta di lasciar spazio alle rappresentative nazionali. Che siano qualificazioni o amichevoli, tutti vedono come un enorme bastone tra le ruote quei novanta o centottanta minuti di calcio in più. A tutti, sembrano essere causa di tutte le sconfitte pre o post pausa per le nazionali. Salvo poi fregiarsi o lamentarsi, in taluni momenti e a seconda dei casi, di avere in squadra un numero di nazionali uguale o diverso dagli altri.

Mai nessuno, però, ha chiesto ai veri protagonisti della vicenda, i calciatori. In pochi, pochissimi, hanno preferito, preferiscono o preferiranno declinare gli inviti a giocare in Nazionale. Sarà patriottismo, sarà protagonismo, sarà voglia di prestigio o soldi. Sarà quel che sarà, ma è. Chi ha preferito farsi da parte oggi invoca la chiamata o viene invocato dalla stampa (Totti docet), e tutti gli altri sono felici di sobbarcarsi chilometri infiniti pur di difendere i colori delle nazioni natie. Un esempio che dovrebbero seguire tutti, presidenti, allenatori e giornalisti, ai quali confermo la provocazione lanciata nel titolo.

Aboliamo le rappresentative, gettiamole nel water e tiriamo lo sciacquone. Pensateci: Campionati e Champions fino a giugno, niente Europei, niente Mondiali, niente qualificazioni o Ct cattivoni che esaltano il prestigio del tuo club e si permettono il lusso di convocare in nazionale un tuo calciatore. Che, tra l'altro, ha tutto il piacere di andarci.

Un'idea provocatoria, ovviamente. Che spavento, però, a pensare per un attimo ai risultati di questo referendum virtuale. Ci scommetterei: qualche sì, qualche malinconico sì, ci sarebbe. E sarebbe davvero un peccato, la morte definitiva di ogni speranza che gira attorno ad un pallone.

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