mercoledì 23 ottobre 2013

Ibra, Pep, Cristiano Ronaldo: il report del Mercoledì di Coppa

Completata la tripla italiana: vittoria del Napoli, pareggio del Milan e sconfitta per la Juventus, per un 1X2 che lascia con l'amaro in bocca soprattutto i tifosi bianconeri. Il Real che ha battuto la squadra di Conte è lontano anni luce da una possibile e plausibile configurazione galactica, ed ha avuto bisogno di un paio di aiutini arbitrali per non rischiare la figuraccia interna. Per carità, nulla di scandaloso: il rigore di Chiellini è inconcepibile solo per noi italiani, leader mondiali nella corsa alla trattenuta in area, ma l'espulsione è parsa a tutti una palese ingiustizia. Da lì, partita in ghiaccio e qualificazione, ora, davvero difficile per i bianconeri.

Senza le nefandezza arbitrali, sarebbe cambiato qualcosa? Chissà. La sensazione avvertita al Bernabeu, comunque, è confortante: il Real odierno fa paura solo per i nomi in campo, non è ancora una squadra in senso stretto, e vive dell'estemporanea genialità dei suoi talenti. La cura-Ancelotti non ha ancora attecchito, ma se hai un Cristiano Ronaldo così (e l'ha confermato anche il buon Carletto ai microfoni del dopopartita) nulla è precluso nemmeno ad una squadra praticamente ancora al 50% delle sue immense possibilità. La Juventus esce sconfitta, ma non con le ossa rotte: con una prestazione simile, fra quindici giorni, l'impresa casalinga non è impossibile. Basterà recuperare le energie mentali e la grinta che, dopo due anni vissuti con la bava alla bocca, sembrano fisiologicamente mancare. Poi occorrerebbe un Tevez non più schiavo del suo complesso-Champions, ed ecco una Juventus in grado di battere il Real Madrid e riaprire un discorso qualificazione fattosi difficile dopo il prevedibile exploit interno del Galatasaray di Mancini (3-1 al Copenaghen con gol degli assi stranieri Felipe Melo, Sneijder e Drogba).

Se i bianconeri annasperanno per entrare negli ottavi, ecco chi è già praticamente sicuro del pass: il Bayern di Guardiola, il Manchester United e il PSG di Blanc. I tedeschi annientano la flebile resistenza del Viktoria Plzen (e qui giù gli incubi europei dei tifosi del Napoli) con una prestazione Tiki-Taken style, quasi ai livelli del miglior Barcellona targato Pep. Il cinque a zero finale, pur considerando lo scarsissimo spessore dell'avversario, è a dir pochissimo riduttivo se comparato alla mole di gioco e di occasioni costruite dai bavaresi. E abbiamo detto tutto. Non altrettanto semplice la serata di Moyes ad Old Trafford: l'istantaneo autogol della Real Sociedad pareva aver aperto una serata da corrida a Manchester. Nulla di più falso: i baschi hanno saputo rientrare in partita, e più volte hanno spaventato De Gea. La qualificazione è ormai ipotecata, ma è forte il sentore di lavori ancora in corso per il successore di Ferguson sulla tolda di comando dei Red Devils.

E chiudiamo col grande protagonista della serata, Zlatan Ibrahimovic. Ok che l'Anderlecht, avversario del suo PSG, rasentava l'impresentabilità. Ma è vero pure che lo Zlatan di questo mercoledì di Coppa fa quasi impallidire quel Van Basten che aveva reso indimenticabile la stessa serata al ragionier Fantozzi qualche anno fa. Quattro gol quattro, con dentro il repertorio completo dell'attaccante-genio: la zampata d'opportunismo, il colpo di tacco, l'incredibile sediata dalla trequarti e il diagonale che chiude il poker e lancia Zlatan nell'olimpo dei grandi nella storia della Champions. Che sia, per lo Zlatan ossessionato dalla Champions, l'insospettabile anno buono?

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