mercoledì 6 novembre 2013

Napoli-Marsiglia: il commento

I tre punti e Higuain. In mezzo, tante, forse troppe cose che non sono andate per il meglio. E, forse, troppa Juventus nella testa. In  quella dei calciatori, parsi a volte svogliati, abulici, disattenti. E in quella del tecnico, che ha commesso il delitto perfetto di lasciare in panchina un Hamsik in gran spolvero per dare ad un inguardabile Pandev una chance forse troppo avventata. Eppure, potere della fortuna e della classe, il Napoli fa fagotto e si prende i tre punti più importanti della sua Champions, riscoprendo il miglior Higuain e presentandosi alla vigilia del match di Torino con una situazione-qualificazione sicuramente non semplice, ma non certo utopica, alla luce anche della vittoria dell'Arsenal in casa del Borussia Dortmund.

La partita si è aperta malissimo. Non tanto per l'episodio del gol del Marsiglia, un infortunio difensivo su azione da corner che può capitare praticamente a chiunque, ma per le difficoltà che questo episodio ha improvvisamente insinuato nella partita. Il Napoli, con l'immediata occasionissima fallita da Mertens ha subito ribadito che questo OM era, se non poca cosa, in ogni caso facilmente domabile. Eppure, è andato sotto. La reazione è stata di puro carattere, con due gol belli nella fattura e nella conclusione ma nati da azioni non manovrate, non da Napoli di Benitez. Altro fatto inconsueto da sottolineare. Da lì, primo tempo condotto in porto in surplace, senza accelerare. Altra cosa non da Napoli: il secondo tempo è iniziato sulla falsariga del primo, con un Marsiglia però conscio della serata non eccezionale degli azzurri. E pochissimo, ai francesi, è bastato per mettere alle corde gli azzurri, che hanno concesso una lunga serie di occasioni prima di suicidarsi con un Armero quasi comico nel concedere all'ottimo Thauvin il gol del pari.

Giusto dazio per un Napoli molto al di sotto del suo standard, poco intenso e scarsamente concentrato. Giusto dazio per una squadra costretta a inseguire un gol vittoria necessario per sperare negli ottavi di finale. Hamsik entra e cambia il Napoli, se non nella sostanza, almeno nella presenza e nel peso del gioco sulla trequarti. La friabile difesa francese cede quasi subito alla rinnovata pressione azzurra, che trova l'appunto-doppietta di Pipita Higuain dopo l'ennesima ottima giocata di Mertens. Il gol cambia la partita, rigettando l'OM in avanti e ricacciando il Napoli a difesa di un risultato d'oro. Stavolta, la difesa arruffona della serata non cigola, e gli azzurri, con patemi minimi, arrivano al novantesimo con la vittoria.

La vittoria, e poco altro, quindi. Eppure, va bene così. In primis, perchè la gara si era messa male e si sa che le vittorie colte in questo modo sono quelle più belle, più ricordate, più psicologicamente importanti. In secundis, perchè si sentiva nell'aria un profumo di Juve-Napoli troppo forte per essere ignorato, e presentarsi a Torino con una vittoria è tanta roba, specie se accompagnata da un sostanziale turnover. Nonostante tutto, le sensazioni puramente tattiche e di gioco sono non espressamente positive. Il pilota automatico inserito all'inizio della ripresa è stato eccessivamente precoce, e non tutte le difese sono mediocri come quella dell'OM. La voglia di risparmiare energie e calciatori in vista della sfida di Torino poteva costare e stava costando troppo al Napoli poco concentrato visto contro l'OM, ma la classe degli interpreti a volte basta a sopperire alle mancanze di gioco. Buon per il Napoli, stasera. Ma bisogna ripartire dalla convinzione che non sempre, soprattutto al netto della fortuna, solo questa classe, per quanto di altissimo livello, possa bastare. Non tutti sono il Marsiglia, e scommettiamo che già sabato a Torino il Napoli si accorgerà della differenza?

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