giovedì 14 novembre 2013

Serie A: il pagellino della sosta

La sosta novembrina del campionato è il momento migliore per il primo mini-bilancio della stagione calcistica: il meglio ed il peggio della nostra Serie A in una vera e propria pagella scolastica. Squadra per squadra, voti e brevi giudizi alla prima parte di stagione delle grandi della Serie A.

In ordine di classifica.

Roma: Voto 9

Garcia rulez. Una squadra praticamente rinata dalle sue ceneri, grazie al lavoro lineare, serio e non esasperante del tecnico francese. L'incredibile serie iniziale è stata sporcata dai due fisiologici pareggi con Toro e Sassuolo, e il distacco è minimo solo per gli altrettanto grandi inizi di Juventus e Napoli. Gioco classico ma redditizio, grande rendimento per Totti, Gervinho, Pjanic e l'intera difesa. Borriello e  De Rossi le riscoperte ad altissimo livello, un peccato gli infortuni che hanno un po' azzoppato le ultime versioni del finto tridente in attacco. Sicuramente lotterà fino alla fine per le primissime posizioni.

Juventus: Voto 8

Nonostante il solo punto di ritardo, voto non scintillante per Conte e soci, soprattutto a causa del rendimento non eccelso offerto in Champions. Certo, le possibilità di passare il turno sono alte, ma negli occhi restano le difficoltà avute con Copenaghen e Galatasaray. Il doppio confronto col Real Madrid ha ridato vitalità e mordente ad una squadra apparsa talvolta priva della consueta ferocia agonistica. La fastosa vittoria col Napoli segna il definitivo ritorno ad una normalità che può solo impaurire gli altri rivali in chiave scudetto. Tra i giocatori, bene Tevez e Llorente, quest'ultimo attardato da un inserimento non semplice. Altalenante Buffon, benissimo Pogba, clamoroso assente ingiustificato il quasi dimenticato Marchisio.

Napoli: Voto 8

L'approccio nei big match come unica, pesante nota negativa. Zero gol fatti contro Roma, Arsenal e Juventus rappresentano il vero limite di una squadra che pare soffrire troppo gli impegni di rilievo. La causa va ricercata, forse, nell'inesperienza di alcune pedine chiave (vedasi Hamsik, Callejon, Insigne) in occasioni di prestigio da vivere come protagonisti e in un livello qualitativo dell'organico ancora troppo sbilanciato in avanti, con una difesa ancora non alla pari della batteria offensiva. Per il resto, inizio roseo: il modulo e la mentalità internazionale di Benitez leniscono la ferita-Cavani, il gioco ha nuovi sbocchi e attecchisce anche ad un campionato duro come la nostra Serie A. Il terzo posto a quattro punti dalla vetta è un buon viatico per una stagione da protagonisti, a patto che la squadra venga rinforzata in Gennaio. Senza nuovi arrivi, destino da comprimari, seppur di alto livello. Tra i calciatori, bene Higuain nonostante gli acciacchi e strepitoso inserimento di Mertens.

Inter: Voto 7.5

Mazzarri superstar nella Milano nerazzurra. L'ex tecnico azzurro riesce a cavare ragni dai buchi nonostante l'instabile atmosfera di sconquasso societario del club meneghino, restituendo al popolo interista un minimo di credibilità tecnica e di ambizioni. La ricetta? Un'identità di gioco precisa, lineare, coerente. Alla base il recupero mentale, poi fisico di una squadra allo sbando. Poi, il classico impianto a tre difensori fissi, un must per il tecnico livornese. I risultati sono tipici e tipicamente buoni, seppur con qualche intoppo di troppo contro squadre non eccelse (vedasi le gare di Bergamo, nella Torino granata e lo stesso due a zero casalingo, opaco anzichè no, contro il Livorno). Classifica giusta, squadra in crescita e destinata ad un futuro sicuramente indonesiano, si spera non scriteriato in società come da qualche anno a questa parte. Tra i calciatori, un plauso al solito Palacio, al redivivo Ricky Alvarez, agli scoppiettanti Nagatomo e Campagnaro. Il recupero di Jonathan, poi, è un capolavoro di ingegneria calcistica. Ma la vera star è lui, il tecnico antipatico che non sbaglia un colpo. Con questa Inter, francamente, non si poteva fare di più.

Fiorentina: Voto 7.5

Probabilmente, il miglior calcio dell'intera Serie A. Non che sia necessariamente un pregio, però. I viola giocano sempre bene a pallone, e a volte sacrificano il risultato in nome di un'estetica che non sempre asseconda la voglia dei tre punti. Vedasi le rimonte interne subite con Parma, Cagliari e (quasi) Sampdoria.  Il percorso di crescita dei viola con Montella in panchina però continua inarrestabile, e passa saggiamente da un'Europa League affrontata con sagacia e voglia di far bene, e che già sa di sedicesimi. Necessario attardarsi un po' in campionato, specie se poi il tuo crack del mercato estivo, Gomez, si rompe dopo pochi minuti di gioco. La classifica non piange, specie dopo il buon filotto messo a segno a seguito dell'incredibile vittoria sulla Juventus, per la felicità dell'ottimo Montella e della società. In campo, straripante ritorno di Pepito Rossi, eccellente avvio di Cuadrado e solito grande contributo di Borja Valero e Rodriguez. Un po' in ombra Aquilani, mentre la scommessa Neto vive ogni gara sul filo dell'intermittenza, a metà tra una grande parata e una papera sempre in agguato.

Lazio: Voto 5.5

Il caso della panchina laziale è stato tale, forse, più sui giornali che nella realtà. Certo, Petkovic non vive nella bambagia come lo scorso anno, ma la situazione non è irreparabile e le colpe non sono proprio tutte sue. Analizziamo: squadra praticamente immutata, con acquisti estivi al momento illustri sconosciuti. Biglia è stato zero, Novaretti è massimo un rincalzo, Anderson è bravo ma ancora acerbo. Il resto è la Lazio di sempre, con un anno in più sulle spalle di Klose, un'altra stagione fuori dal grande giro per un irriconoscibile Hernanes e i soliti noti tra difesa e centrocampo. Lo straripante Candreva, da solo, non può bastare, e la classifica ne risente. Certo, restano una Europa League con qualificazione quasi certa e ancora tante partite da giocare, ma è netto il sentore di una stagione di regressione per una squadra non rinforzata adeguatamente e quindi non più in grado di competere per le prime posizioni.

Milan: voto 4

Ben vi sta, direbbero le nonne antipatiche. Se la gestione vive praticamente di espedienti, senza programmazioni serie e coerenti, i risultati non possono essere altro che questi. L'ultimo calciomercato rossonero? Matri, Kakà, Saponara, Poli, Birsa, Silvestre. Un solo difensore, e che difensore, per una squadra costretta a schierare dietro, con sette Coppecampioni in bacheca, gente come il pur generosissimo Zapata, Mexes, Constant, Zaccardo o Bonera. Quattro giocatori offensivi quando in organico puoi contare su Balotelli, Robinho, El Sharaawy, il pur lungodegente Pazzini, Niang. Una campagna acquisti fatta con i piedi, con un tecnico non più gradito dalla società e incapace di bloccare l'ormai consueta emorragia di infortuni. In più, le beghe societarie tra l'arroganza della Berlusconi family e un Galliani che non può difendersi con risultati che non ci sono. Intanto, è malinconicamente decimo posto rossonero. Così, giusto per ricordarlo.



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