martedì 26 novembre 2013

Viva l'Italia

La Roma ha pareggiato col Cagliari, ieri sera. Zero a zero, terzo pareggio consecutivo e vetta abbandonata dopo due mesi e rotti di dominio incontrastato.

Che cosa strana, che anomalia. Che cosa bella, aggiungiamo noi.

Pensiamoci: in quale altro campionato europeo, la squadra che ha vinto le prime dieci partite consecutive potrebbe inciampare in tre segni ics consecutivi? E soprattutto, quale top club europeo potrebbe ritrovarsi con due punti in più al termine del doppio turno casalingo contro Sassuolo e Cagliari?

Esatto, la risposta è "Nessuna". Proprio ieri Bruno Longhi, su Sportmediaset (un clic qui per chi volesse curiosare), ha esaltato il livellamento, l'equilibrio e la difficoltà del nostro campionato, sottolineando anche come solo in Italia le grandi squadre debbano far fronte alle tossine della Serie A nei lori impegni  europei. Non è raro, infatti, vedere un club italico zoppicare contro squadre non trascendentali, e l'esempio della Juventus cannibale in Italia e bestiolina in Europa contro i vari Copenaghen, Galatasaray e Nordjsaelland è probabilmente il più esplicativo. Tacciamo poi, per pudore, i pessimi risultati delle nostre in Europa League, competizione che ci vede assenti in finale dal 1999 e in semifinale dal lontano 2008.

I commenti di tifosi ed addetti ai lavori a questa tesi sono variegati, orientati in mille modi. Il livellamento è verso il basso, il nostro campionato è il più tattico o difensivo, la Serie A è più povera, si gioca male e le grandi squadre soffrono per questo.

Eppure, confrontiamo i risultati dell'ultimo week-end: in Italia la vittoria "normale" di una Juve tornata grande in quel di Livorno, un umanissimo zero a due. Poi, il mezzo passo falso della Roma e l'inopinata sconfitta interna del Napoli col Parma. Il pareggio del Milan col Genoa e dell'Inter al Bologna sono il corollario, le non eccezioni che confermano le regole.

Fuori Italia, invece, robe così: Man City-Tottenham 6-0, West Ham-Chelsea 0-3, Atletico Madrid-Getafe 7-0, Almeria-Real Madrid 0-5, Barcellona-Granada 4-0, Reims-PSG 0-3. La dittatura dei Top Club, con relativo azzeramento di avversari impossibilitati a replicare.

Il nostro livello pallonaio sarà anche in picchiata, le nostre squadre giocheranno anche male e faranno figure barbine in Europa. Ma se l'eventuale contrappasso del cambiamento dovesse essere un campionato con questi crismi, con questi risultati e queste infinite distanze tra prime e ultime, non siamo sicuri di volerci auspicare un cambiamento. Mettersi al sabato e alla domenica davanti alla televisione a guardare le partite senza sapere come va a finire, per noi, vale ancora di più. Anche perché poi, anche se con un po' di stanchezza in più e qualche possibilità di vincere in meno, anche di mercoledì ce la giochiamo. Se voi preferite i film col finale, già raccontato, liberissimi. Almeno noi, col pallone, ci divertiamo tutti e per tutte le partite.

Viva l'Italia, diceva De Gregori. Viva l'Italia del calcio, aggiungiamo noi. Alla faccia del disfattismo.

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