lunedì 6 gennaio 2014

Napoli-Sampdoria: il commento

Befana di sorrisi per gli azzurri. Il due a zero alla Sampdoria vale la distanza invariata sulla minacciosa Fiorentina e tre punti recuperati alla Roma di Garcia, ora più su di sole due lunghezze. Il 6 gennaio azzurro apre il 2014 sullo stesso, identico spartito dell'anno appena terminato. Ovvero, squadra pirotecnica in avanti e talvolta in difficoltà dietro, in buona condizione fisica e ancora desiderosa dei necessari innesti del mercato invernale.

Nulla di nuovo sotto il cielo azzurro di Napoli e del Napoli, quindi. A parte una fresca certezza: Dries Mertens. Per quanti non lo avessero ancora capito o appurato, il belga proveniente dal PSV è totalmente e tranquillamente equiparabile, nella hit parade dei nuovi arrivi azzurri, ai colpacci Callejon o Albiol. Non Higuain, perchè non parliamo di un fuoriclasse come il Pipita. Parliamo però di un grande calciatore, e ne tessiamo le lodi ben oltre i due gol valsi il successo contro i blucerchiati. Mertens è roba buona perchè tocca bene il pallone, è sempre imprevedibile e sa fare qualsiasi cosa dalla metà campo in su. Assist, progressioni, ora anche gol. Nel suo campionario, poi, anche quello spirito di sacrificio necessario per interpretare il (faticosissimo) ruolo del trequartista secondo Benitez. Una sorpresa per i più, coloro che non conoscevano le doti del numero quattordici e pensavano al suo acquisto come ad un'operazione di contorno. Una conferma per i pochi che l'avevano seguito nel suo percorso calcistico e giuravano su qualità offensive e calcistiche in senso lato non comuni.

Le dolenti note sono le solite: la difesa e il momento difficile di Insigne. Se il primo problema è risolvibile solo attraverso il mercato, e per mercato intendiamo sia il settore mediani che il puro comparto della terza linea, il secondo è roba più profonda, psicologica, seria. Le doti del ragazzo non si discutono, impossibile. Parliamo di un calciatore lunatico, influenzabile dalle giornate buone o cattibe, tecnicamente bravissimo per un campionario preciso di giocate e un po' lacunoso per altre. Paga le non complete maturazione e collocazione di ruolo, e forse il troppo incenso elargitogli dalla stampa specializzata. Sofgfre la mancanza del gol in campionato, non lesina l'impegno, ma a volte appare troppo presuntuoso nel cercare continuamente la stessa giocata e molle in alcuni momenti della gara. Come superare il sortilegio del gol, e insieme, del rendimento? Andiamo controcorrente, e invochiamo la panchina. Non per punizione, ma per amore e fiducia. Un po' di depressurizzazione è quello che ci vuole, magari con un ingresso a partita in corso che possa risolvere con una bomba fatta brillare all'improvviso una situazione difficile. Un modo contorto per risorgere, ma crediamo che, a cose fatte e fatte così, il ragazzo potrebbe anche ringraziare, e proprio per la fiducia concessa così in un momento così particolare.

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