martedì 5 novembre 2013

Juventus-Real Madrid: il commento

Il risultato è l'ultimo dato che analizzeremo. La notizia dell'incredibile vittoria del Copenaghen contro il Galatasaray crea un paradosso in piena regola, con una Juventus felicissima di essere orgogliosa ultima del girone e pienamente soddisfatta del pareggio. Ci concentreremo su disquisizioni puramente tecniche e tattiche, non potendo però prescindere dall'altissimo impatto emozionale e di atmosfera provate allo Stadium.

La Juventus ha dimostrato, per la seconda volta, di non essere inferiore ai Blancos. A livello di gioco, di grinta, di capacità agonistica, le due squadre sono apparse a pari merito nel contesto totale dei centottanta di gioco. La differenza sta nella qualità dell'interprete singolo, ancora immensamente più alta negli undici in maglia Real. Basti pensare al primo tempo perfetto della Juventus: gara accorta, squadra corta ed organizzata, compatta, grintosa come ai bei tempi e capace di mordere i campioni madridisti a tutto campo. Palese anche la superiorità del collettivo bianconero, che ha automatismi meno freschi di vernice e riesce a chiudere all'angolo per tutta la prima frazione la truppa di Ancelotti. Eppure, non si va oltre l'uno a zero: la Juventus, al massimo del suo fulgore, segna un misero golletto, tra l'altro su (sacrosanto) rigore, e chiude il miglior primo tempo della sua stagione con il minimo vantaggio.

Ma non solo: apriamo lo scrigno degli "Sliding Doors" e immaginiamo la partita senza il grossolano errore del peraltro generosissimo Caceres. Sarebbe finita così? La risposta, probabilmente, è sì. Comunque, in ogni caso. Perchè l'errore di Caceres rientra nella normalità di un essere umano. Non è umana, ma da grandissimi campioni, la capacità del Real di approfittare cinicamente del minimo spiraglio, con un Ronaldo che non sbaglia mai e una squadra che annusa l'aria buona e gira la partita. Qua sta la differenza. La traversa di Xabi Alonso (trema ancora), la saetta di Bale. Tutto in pochi vertiginosi secondi. In un lampo, la miglior Juventus di questa Champions si ritrova immediatamente sotto, pur senza meritarlo. I famosi top player, che nel calcio di oggi valgono come se non più del gioco di squadra, cambiano la partita e sovvertono i meriti, come una raccomandazione in un concorso pubblico.

Ora, il gol di Llorente rientra nel normale algoritmo della giustizia divina, perchè un'altra sconfitta, per questa Juventus, sarebbe stata davvero troppo. Ma il sentore è quello della miglior squadra italiana ancora troppo distante da un album di figurine di mostri che diverranno forti come, se non di più, degli altri titani in maglia Bayern o Barcellona, Chelsea, PSG o Man Utd. Ancelotti ha per le mani una bomba pronta a deflagrare. Sta solo a lui capire come sfruttarla per il meglio e lanciarsi in maniera convinta verso la Decima. 

Discorso classifica e qualificazione: Braaten fa un regalo clamoroso a Conte,  con un gol che vale quasi un ottavo di finale. Il Real è già primo pareggiando col Galatasaray al Bernabeu, alla Juventus servirà non perdere in Turchia. Dando ovviamente per scontata la vittoria casalinga col Copenaghen. Non sarà facile, ma ora la situazione è meno nera. Un po' di rammarico per l'occasione di una vittoria col Real non ancora alla portata, ma di certo non utopica e comunque accarezzata: si poteva essere a cinque punti, con la possibilità di trasformare Galatasaray-Juventus in un'amichevole. Per il resto, tutto in cascina: saranno anche ultimi, i bianconeri, ma ora il fieno da mangiare per la qualificazione risulta un attimino meno indigesto.

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